GIU' LE MANI DAL NOSTRO MARE TOUR 2017
NO ALLE TRIVELLAZIONI!
DIFENDERE
IL NOSTRO MARE,
DIFENDERE LA NOSTRA NATURA!
PERCHE' NO ALLE TRIVELLAZIONI
COME AVVENGONO LE TRIVELLAZIONI IN TERRA ED IN MARE
Le perforazioni raggiungono i 500/1500 metri per il gas, 3000/4000 metri per il petrolio. Le fasi delle perforazioni sono tre:
A. la prospezione sismica (cioè la ricerca per capire se ci sono o non ci sono idrocarburi nel sottosuolo);
B. la richiesta di permesso di coltivazione (è una fase burocratica con pozzi esplorativi);
C. la coltivazione di una concessione mineraria (l’attività di estrazione vera e propria). Qui si smette di perforare, a meno che non si richiede un work-over, e si estrae petrolio o gas. L’estrazione prevede l’uso di sostanze liquide e tossiche che facilitano l’attività estrattiva. Questa attività produce fanghi e acqua di strato tossici in un rapporto matematico rispetto ai barili di petrolio estratto.
Nella fase A la ricerca si fa con:
IN TERRAFERMA
1. uno strumento, il vibroseis, che emette onde sismiche nel sottosuolo, poi registrate da uno strumento, tipo un ecografo. Le onde svelano l’eventuale presenza di sabbie di idrocarburi nel sottosuolo. Questo strumento funziona se ci sono strade asfaltate ed è meno invasivo di altri;
2. immettendo a determinate profondità non elevate, cariche dinamitarde che vengono fatte esplodere per simulare anch’esse onde sismiche. Dal cui ritorno registrato con apparecchiature specifiche, i tecnici capiscono se ci possono essere o meno sacche di idrocarburi. Questa tecnica è molto invasiva e nel raggio di 5 km distrugge l’80% della flora presente.
IN MARE
1. con un cannone d’aria, air gun, che viene poggiato sui fondali e spara onde a una pressione elevatissima che è all’origine degli spiaggiamenti dei cetacei. ha un raggio di azione come il vibroseis, di circa 5 km con effetti più devastanti in termini di moria di pesci. andrebbe vietata.
Nella fase B e C si iniziano a realizzare i pozzi.
E poi vogliamo parlare anche del FRACKING?
Il fracking non è normato in Italia e andrebbe vietato per legge. È una pratica altamente devastante. In sostanza si realizza un pozzo che raggiunge intorno ai 1000, 1500 metri, le rocce di scisto che sono piene di metano solidificato con la roccia. Da questo pozzo verticale e centrale, partono diverse diramazioni orizzontali con cariche esplosive, acido cloridrico, acido fluoridrico e altre sostanze non elencate perché protette dal segreto industriale. Con le cariche dinamitarde o con acqua ad altissima pressione, si fa esplodere la roccia di scisto, frantumandola.A questo punto entrano in gioco le sostanze chimiche che scindono i gas dalla roccia il quale sale in superficie e viene incanalato. Questa operazione viene condotta generalmente in aree circolari di circa 5kmq per volta e dopo ogni prelievo di gas si sposta ai 5 kmq successivi. la devastazione del sottosuolo è totale. È anche la pratica più sismogenetica attuata. C’è il sospetto che a Rivalta il terremoto sia stato causato dal fracking. In America c’è un paese, Gasland, che ha avuto il fenomeno di far scorrere il metano del gas di scisto ricavato dal fracking insieme all’acqua potabile.
PERICOLO TRIVELLAZIONI
L'Affare Italia
Con il mantenimento degli effetti della sanatoria e il nuovo Dm Zanonano, il Mediterraneo è di fatto diventato un “campo libero per i petrolieri.
Ad oggi sono attive nei mari italiani:
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3 istanze di permesso di prospezione (in un’area di 30.810 kmq)
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31 istanze di permesso di ricerca (in un’area di circa 14.546 kmq)
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22 permessi di ricerca (in un’area di circa 7.826 kmq)
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10 Istanze di coltivazione (in un’area di circa 1.037 kmq)
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67 concessioni di coltivazione (che occupano un area pari a 9.025 kmq) con 396 pozzi produttivi in mare di cui 335 a gas e 61 a petrolio
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104 sono le piattaforme di produzione, 8 quelle di supporto alla produzione, 3 unità galleggianti di stoccaggio temporaneo!